CRITICHE
Trasfigura la realtà senza negarla, riesce a trasmettere l’idea di un diverso ordine della stessa offrendo una sapiente trasfigurazione delle immagini comuni: sono alcune delle peculiarità della poetica di Laura Mazzuoli, giovane artista marchigiana, affermata sul panorama nazionale e internazionale.
Il suo linguaggio artistico è teso a fissare sul supporto la natura che, attraverso un gioco intellettuale di sofisticati cromatismi e luce, viene proposta secondo una visione personale dal sapore impressionista.
La Mazzuoli riesce ad afferrare in un istante la realtà, opera una sintesi finalizzata a cogliere la sostanza della stessa sublimandola, poi, in una raffinata atmosfera onirica.
Si evince dalla peculiare e pregevole tecnica espressiva una certa adesione al divisionismo che, magistralmente, l’artista reinterpreta.
Eleganza e romantica poesia connotano le creazioni di Laura Mazzuoli che segue la sua interiore ispirazione per narrare il recondito senso dei sentimenti umani.
Roma,2 Ottobre 2015
Scritto dalla Dott.sa Luisa Mancini Pubblicato in Arte e Cultura,Roma Capitale Magazine.
PER SEMPRE ...
Alla ricerca dell'arte perduta.
Oggi,quando ci rechiamo a visitare un museo di arte contemporanea spesse volte non capiamo subito se l'estintore appeso al muro fa parte della mostra o se è stato posto in quel luogo in osservanza alla legge antincendio; oppure se le diverse colorazioni delle pareti sono dovute al caso o se sono opera di un grande(o seguace)artista contemporaneo; ne se le luci di sicurezza sono parte
del percorso culturale o se certe sedie e divani sono a disposizione per far riposare i visitatori oppure esprimono il sublime pensiero dell’artista per risolvere i mali del mondo.
Ormai sono alcuni anni che un gruppo di artisti che, in teoria, va per la maggiore sceglie il metodo dell'apparire (è importante che si parli di me, non importa la mia espressione o capacità artistica, ma è necessario che i mass media raccontino la provocazione e quindi la mia fama (effimera)? ci vengono spacciate come eccezionali opere d'arte come uno squalo sotto vetro, poi andato in decomposizione e buttato via, ma cambiato con un altro sempre del medesimo artista; oppure dei bambini impiccati ai rami di un parco a Milano, o dei combattenti arabi appesi alle finestre dell'istituto Italiano di Cultura di New York (quanto è costata al popolo italiano questa pagliacciata culturale, oppure magnificate come alte concezioni artistiche da una nota direttrice di un museo i
lavori culturali (sic!) effettuati da validissimi artisti su materiale destinato a durare pochi giorni
come frutta ed ortaggi vari. Grazie a Dio Raffaello, Michelangelo, Giotto e tutti i grandi veri artisti di ogni epoca non la pensavano come questa direttrice, altrimenti non avremmo i Musei.
Nella complessa problematica che avvolge il mondo dell'arte, vi è quella della ricerca della pittura colta e leggibile in antitesi a quella che io chiamo la pittura del non senso, come per esempio un singolo segno cromatico che attraversa la tela teso a significare la soluzione dei problemi del
quotidiano, uno scatolone di cartone macchiato di vernice bianca che rappresenta Eros e Tanatos e cosi via. Ricordiamo che un tramonto, un desco, una maternità, un paesaggio sono i temi eterni della vita.
La testimonianza pittorica di Laura Mazzuoli è una testimonianza di alto livello professionale, che esprime il suo stato creativo in un gioco musicale immerso in linee che si frammentano in lampi cromatici; un nuovo modo di dipingere che recupera, con rara maestria, innovandola,la tecnica divisionista. Recupera con dei fasci di luce il racconto pittorico, vivificandolo con una maggiore intensità luminosa.
Laura Mazzuoli sostituisce l’immediatezza e soggettività dell‘espressione cromatica con il principio che la luce, nei dipinti, è il risultato della fusione di tutti i colori. Le sue opere percorrono una via attraversata da visioni di carattere naturalistico e letterario che avvolgono i suoi lavori in racconti dal sapore magico- Sono racconti che si immergono in costellazioni cromatiche valorizzate da segmenti, a piccole macchie, che narrano, con un lirismo musicale, la bellezza del vivere, della natura madre e non matrigna, recuperando e riportando alla luce dall'oblio la grande stagione della
visione romantica dell'esistenza.
Nei suoi quadri vive la sensazione di un arresto, anche se temporaneo, dello scorrere del tempo; sa cogliere l’attimo fuggente, riuscendolo ad isolarlo in tutte le sue parvenze momentanee, per eternarlo nel racconto. E' una rara capacità quella di circoscrivere nella brevità di un lampo le vere, eterne origini del vivere quotidiano.
Laura Mazzuoli prepara il lungo viaggio per il ritorno ad Itaca della vera Pittura, con semplicità, immergendo nelle sue opere il colloquio con Dio, con la bellezza del Creato e con il desiderio di aprire in ciascuno di noi il momento della riflessione, del recupero della memoria, della ricerca del mito e della nostalgia dell‘amore.
Egidio Maria Eleuteri
Roma, settembre 2014
ARTE E SOGNO NELLA PITTURA DI LAURA MAZZUOLI
Non ho alcun timore a confessare – dopo molti anni di attività culturale – di avere provato, nei confronti delle opere di questa giovane Artista, un sincero e profondo senso di diretta ammirazione.
La pittura di Laura Mazzuoli è onirica, aerea, sottilmente affascinante; profonda nei suoi motivi ispiratori, sincera nei suoi temi formali. Nel complesso Fuga in diagonale, ad esempio, la proposizione del movimento del mezzo marittimo, lanciato verso il destino della vita, poggia sotto un cielo immenso, romanzescamente interpretato, cielo che sembra dominare quasi il mare sottostante; analoga osservazione nel dolce La tua casa, immagine in intelligente prospettiva minimale di un potente gioco di rappresentazione naturale circostante.
Appare evidente già a prima analisi il motivo primario di riuscita di questa proposizione pittorica: ossia,la creazione di cromatismi sottili, compatti, sfuggentemente inquietanti quanto direttamente veri. Le tinte chiare in sfumatura – caratteristica costante della produzione dell’Artista - si pongono praticamente in via continua alla stesura pittorica, suggerite e spesso imposte dalla scelta di soggetti a volte solo sottintesi o accennati, nella forza sottostante della ricerca e del pensiero: così ancora una volta nel serenamente psicologico Se ci perdiamo, nel potente Se ci sei, nel naturalistico Terra mia.
Dove Laura Mazzuoli si avventura – in termini di viaggio interiore e riflessione estetica – ottiene successo e completezza d’arte, con una sola raccomandazione, che mi permetterei di suggerire : di rimanere costantemente su questa particolare strada, a metà tra composizione surrealista ed impressionismo, senza mutamenti sperimentali che possano stravolgere e condizionare. E’ impressione di questa nota critica che l’approfondimento costante di questa singolare via d’arte – e soprattutto dell’equilibrio cromatico già raggiunto nelle opere – sia tale da richiedere una costanza in questi stili, che ogni possibile mutamento non potrebbe che indebolire e depotenziare nella propria diretta e sincera originalità.
Alfredo M.Barbagallo
Roma, settembre 2012
Crescere nel percorso con creatività, eleggere la spiritualità a simbolo di sentimenti, esaltare tinte tenui all’acquerello per definire scenari coinvolgenti, è il patrimonio artistico che appartiene a Laura Mazzuoli, artista che suscita profondo interesse al fruitore sensibile per ciò che sa rappresentare nel traslare varie sfaccettature della natura.
Nei lavori di Laura Mazzuoli c’è una profonda sensibilità artistica, una innata vocazione, e quell’ispirazione che nasce da una mente fertile ed estremamente predisposta a tradurre in arte l’emotività e il sentimento.
Claudio Lepri
Roma, Luglio 2014
Nell’opera della Mazzuoli si assiste ad una sorta di passaggio tra forme diverse di concepire l’azione pittorica. E’ come se la poetica fosse prigioniera di due sguardi diversi, di due forme alternative per ordinare, leggere ed interpretare la realtà. Il segno forte di questa interna divisione è la presenza di un quoziente figurale in un ambito dove, invece il disegno sembra essersi sfaldato, lasciando il posto ad una danza cromatica collocata tra il piano dell’oscurità e della penombra e quello delle chiarità e delle accensioni stridenti. E’ come se si volesse evocare, attraverso l’arte, una contemporaneità comunque filtrata da toni nostalgici; come se la presenza della figura fosse già di per sé portatrice di un proprio crepuscolo, mentre la vividezza del colore fosse espressa come l’ultima luce che precede il sopraggiungere delle ombre. A dare forma e densità allo struggimento che abita le tele concorrono sia la distribuzione della luce, sia l’incongruenza dimensionale fra figura e sfondo. Le immagini poi si presentano avvolte da uno strano silenzio con un corredo iconografico quotidiano, umile, che non rappresenta ciò che viene incontrato dallo sguardo insistito dell’autrice, ma come una sorta di luogo dove lo sguardo procede verso altre direzioni. E’ come calarsi dentro una galleria attraversata da apparizioni fantasmatiche che non appartengono per forma e modalità d’espressione alla resa surrealista dell’onirico, ma sono, sostanzialmente, tracce di antiche visioni, di remote, ma non sbiadite - anzi, intensissime - emozioni.
Assessore alla Cultura del Comune di Ancona Antonio Luccarini
Ancona 2005
nelle opere l’acqua, la pioggia ed in particolar modo il mare sono delle costanti con una modalità comunicativa che si basa sul concetto del fluire del tempo che non si sa mai dove ci porta, senza certezze e senza fondamenta.
Dott.ssa Anna Iozzino
Dicembre 2012
Far diventare segno il colore ed il colore segno è l’abilità che pochi hanno di far dialogare gestualità e cromatismo. Laura attraverso il suo lavoro mostra i ritmi cadenzati che fanno emergere l’eleganza del trattamento pittorico. In questo rincorrersi di variabili cromatiche sul quale si regge l’intero impianto visivo, la figura diventa frammento. E’ come se la pittrice volesse mettere in evidenza la sproporzione tra il concetto di tempo e la provvisorietà della nostra presenza. Quella di Laura è una natura che confonde cielo e terra. Di questo perdersi ne resta la traccia, l’impronta.
Fiorenzo Mascagna
L’originale mirabile, nel flusso dell’esistenza
Che cos’è l’originalità? Un elemento unico che costituisce l’essenza dell’opera, raro nell’oggi contemporaneo poiché spesso celato dietro il manto dell’apparenza, e ascrivibile soltanto all’intimo significare. Fulgido incanto è invece l’impeto che si svela dal fare dell’artista Laura Mazzuoli, un sondare l’esistente che lascia il riguardante esterrefatto. Nei suoi lavori permane quell’unicità visiva che è assoluta, che si scinde da qualsiasi altra estetica. Origine, del resto, nella sua antica accezione latina origo -gĭnis indicava il principio, la “genesi” di ogni cosa. Martin Heidegger aveva dedicato un’intensa dissertazione pubblicata con il titolo “Der Ursprung des Kunstwerkes” e tradotta, seppur con tutti i limiti della codificazione linguistica, in “L’origine dell’opera d’arte”. Il filosofo era riuscito a dare a un tema complesso e intricato la sua superba e articolata esplicazione: «La parola origine indica, qui, quell’elemento – quel “dove” – dal quale, e attraverso il quale, una cosa è, nel proprio modo, ciò che è. Ciò che qualcosa è in una certa modalità - il “che” nel suo “come”- lo chiamiamo il suo stanziarsi. L’origine di qualcosa è la pro-venienza ‹la venuta alla luce, l’ingresso nell’evidenza› del suo stanziarsi. Secondo la rappresentazione abituale, l’opera origina dall’attività e attraverso l’attività dell’artista. Nessuno dei due è senza l’altro. Eppure, nessuno dei due, da solo, regge l’altro. Artista e opera, ogni volta sono, in se stessi e nel loro reciproco rapporto, in virtù di un terzo elemento, che è invero il primo, vale a dire ciò da cui sia l’artista sia l’opera d’arte traggono il loro nome: l’arte».
La creatività è un moto interiore, una “reazione esistenziale”, ad uno stato nascosto che entra in contatto con il fluire esteriore del mondo; è un tramite, un ponte, una risposta … Talvolta un inconscio ferito genera opere d’arte sublimi, lenendo il dramma vissuto, idealizzando un rifiorire armonico, talaltra genera opere di un espressività senza uguali che scolpiscono l’ansia nella storia, come nell’urlo di Munch, come le pennellate di van Gongh, come il tratto incisivo di Egon Schiele. Il dipingere è un gesto sacro, che cura la mente. Laura Mazzuoli insegue questa traccia intestina, compiendo un’indagine del tutto personale, esclusiva, irripetibile. La sua investigazione è intima, profonda fluttuazione, moto inesauribile che sgorga in un’armonica propulsione visiva. Non vi è nulla di paragonabile al suo talento dalle assonanze oniriche, dai gorghi audaci che si intrecciano in fitte trame dell’esistere, dominate da sogni e colori. Il fluttuare delle idee si intensifica in materia, assume pienezza concreta attraverso il magma cromatico. Energici e flebili bagliori, che nell’incontro si confondono in sfumature dai tocchi di seta. Ella è in grado così di intessere nel dipinto molteplici vissuti che si svelano acquisendo significato esistenziale. Si tratta tuttavia di un senso che può essere compreso, interpretato, ri-vissuto da chi si immedesima nell’opera. Quei balenii sfolgoranti, quelle screziature di colore, risultano essere in eterno mutamento, si tramutano, ondeggiano, si lasciano tradurre e diventano così il vissuto che si stempra differente in ognuno. I suoi “arcipelaghi sensoriali” risultano essere esteticamente dirompenti e pregnanti. Dal punto di vista cognitivo consentono di raggiungere l’universo psichico di chiunque, attivando, seppur in maniera differente, i recettori che esprimono gli scambi dei sensi e le dinamiche inconsce, portando alla luce quel sopito silente o per difesa dimenticato. Del resto nei suoi quadri abita il silenzio, quell’ovattato riparo, talvolta perduto, stato di positiva quiete che consente di ritrovarsi con il proprio io. L’inspiegabile si concilia con il manifesto e dialoga con voce suadente e apparentemente impercettibile. Come lei stessa abilmente sottolinea in una sua poesia intitolata “Il riflesso dell’anima”:«Aspetto/seduta/il divenire fluttuante del tempo./Nessun respiro ombroso/agita il mio cuore/affanna il mio respiro». L’attesa di una risposta, la ricerca della conoscenza, del sapere, in un “mondo sospeso tra le nuvole”, armonioso ed in equilibrio. Una chiave di lettura che avvicina alla scoperta dei meandri della mente, senza traumi, semplicemente con una lirica soave, affascinante, empatica. Vortici che placano le sofferenze del cuore, paesaggi che paiono smossi dall’ansimare del vento-tempo, acque di un mare a tratti inorgoglito che pare rievocare i mirabili versi di un’ode di Pablo Neruda: «Qui nell’isola/il mare e quanto mare esce da se stesso/in ogni momento,/ dice di sì, di no,/di no, di no, di no,/dice di sì nell’azzurro,/nella spuma, nel galoppo,/dice di no, di no./ Non può stare tranquillo,/mi chiamo mare, ripete/battendo su una pietra/ senza ottenere di convincerla,/allora/con sette lingue verdi/di sette cani verdi,/ di sette tigri verdi,/di sette mari verdi,/ la percorre, la bacia,/la inumidisce/e si colpisce il petto/ripetendo il suo nome». Qui, in questi frammenti di coloristiche linee e di tratti sferzati con atto d’amore sul supporto, si celebra il ricongiungimento con l’inconscio. Ne scaturisce un’aulica “polifonia visiva”: i dipinti di Laura Mazzuoli, oltre alla silente pace, emettono vibrazioni melodiche. Sono luoghi in cui ci si può rifugiare, in cui si può conoscere ed accettare il proprio sé, in cui si può ascoltare. Sono spazi abitati da figure, oppure dalla loro essenza, percepibile altresì nell’assenza. Quell’uso sapiente ed irripetibile degli acquerelli, che è voce solo sua in quanto tecnica pregevolissima, riesce ad esprimere un sondare immaginifico nei viluppi della mente. Un viaggio non di Caronte ma di una musa che accompagna, tenendo per mano, con carezzevole cura, chiunque voglia esplorare quelle cavalcabili soglie.
Paola Simona Tesio
Ognuno ha la sua vocazione, la sua inclinazione naturale, ci sono quelli portati per la scultura, per la fotografia, per la pittura. Ci sono però artisti a tutto tondo, completi che amano spaziare nei vari campi dell’arte. Ci sono artisti eclettici che non conoscono confini, divisioni di materie e sconfinano, passano da un settore all’altro con una disinvoltura notevole. Ci sono artisti che si occupano di più materie senza batter ciglio e ci sembrano quelli più geniali. Pensiamo allo stesso Leonardo da Vinci che non aveva una visione ristretta delle arti e che si occupava un po’ di tutto.
Fra gli artisti contemporanei capaci di spaziare da un campo all’altro dell’arte, da un tema all’altro troviamo Laura Mazzuoli. Un artista nata nella provincia di Ancona e che si è formata all’accademia di belle arti di Urbino. La sua pittura impressionista e surrealista si avvale sia di una tecnica mista, sia dell’uso dell’acquarello, dell’olio su tela. Ha realizzato molte mostre personali e collettive in molte zone della nostra penisola. I titoli dei suoi quadri sono emblematici e altamente evocativi, mostrano un sopraffino cammino interiore, dell’animo. Nel quadro “le memorie del cuore” i ghiribizzi del colore mostrano la confusione di ricordi che assilla il nostro cuore, le pennellate sono le tracce che lasciano le memorie nel circuito del cuore. Nell’acquarello “uniti nell’anima” si vedono due esseri abbracciati in un paesaggio complicato, surreale, difficile, ma i due esseri abbracciati sapranno vincere le complicazioni del vivere. Nel quadro “meandri oscuri” si scava nell’anima, nei suoi più profondi recessi. I meandri sono quelli dell’anima, invisibili, sublimi, difficili da decifrare. Ci sono anche raffigurazioni di città come Venezia, ma sono sempre visioni oniriche, immagini della mente che distorce, confonde, sublima, allontana.
Nella sua arte Laura coglie gli attimi, e li coglie anche nella sua poesia. Nelle poesie come “perdersi”, “il riflesso dell’anima”, “sangue indelebile” troviamo sempre la ricerca di una interiorità eletta, di un attimo di pace. Non è un caso che una delle sue raccolte poetiche di rilievo porti il titolo di “Attimi” e un’altra “Pensieri indelebili”, infatti la poetessa sa per certo che mentre tutto scorre, muta e si trasforma i pensieri restano inalterati, soprattutto i pensieri dell’arte. Nell’attimo del nostro tempo Laura ha lasciato una traccia indelebile, un’impronta personale difficile da cancellare.
Ester Eroli
Giugno 2014